Iris Apfel – Quando lo stile ed il carattere non hanno età

A cura di Cinzia Pacileo

Una starlet geriatrica: così si definisce la protagonista della puntata di quest’oggi, e già questa definizione è sufficiente a mostrare l’elevato livello di umorismo di Iris Apfel, splendida 96enne newyorchese icona di stile che conta (per il momento) ben 924.000 follower su instagram.

Ma torniamo indietro, al 2016: in televisione veniva trasmesso un brevissimo, ma incisivo spot tv. Un’automobile modello Citroen DS3 avanzava con guida sicura su una eterea superficie blu dove si riflettevano le nuvole sovrastanti, mentre in cielo si alzavano in volo vestiti colorati. L’obiettivo si spostava poi sull’autista, e, sorpresa, a guidare non era il solito giovane modello, ma, con i suoi occhiali tondi e giganti e quel sorriso contagioso, ecco Iris Apfel, all’epoca 94enne. Perché proprio lei? Semplice: la peculiarità della macchina promossa dallo spot risiedeva appunto nelle sue numerosissime possibilità di personalizzazione tramite gli accessori, di modo da renderla diversa da tutte le altre; e chi meglio di Iris Apfel poteva rappresentare l’incarnazione vivente di questo concetto? Iris infatti davanti alla possibilità di acquistare solo uno tra un abito e un accessorio, sceglierebbe indubbiamente quest’ultimo, perché, da figlia della Grande Depressione che sconvolse l’economia americana e mondiale negli anni ’30, ha fatto di necessità virtù, costruendo look sempre diversi cambiando giusto una collana o dei bracciali. In circa 30 secondi questo spot perfettamente pensato e realizzato riuscì a farla conoscere in tutto il mondo.

All’interno dei confini americani Iris era al contrario già un’affermata icona di stile, tanto che, nel 2005, il Costume Institute del Metropolitan Museum of Art realizzò una mostra sulla sua sterminata collezione di abiti ed accessori (evento rarissimo: solo in altre due occasioni si era proposto all’interno del MOMA lo stile di persone viventi, tra cui Jacqueline Kennedy). La mostra, dal titolo “Rara Avis: the irreverent Iris Apfel”, pur senza alcuna pubblicità, fu un successo di pubblico tale (oltre 150.000 visitatori) che divenne una mostra itinerante; inoltre, dalla medesima occasione, venne scritto nel 2007 un libro, dal titolo “Rare bird of fashion:the irreverent Iris Apfel” a cura di Eric Borman, con la collaborazione della stessa Iris, mentre Harold Koda, suo caro amico nonché curatore del MOMA, ne realizzò la prefazione.

La mostra le consentì anche di stringere numerose collaborazioni commerciali: Iris ha collaborato, tra gli altri, con l’ente televisivo statunitense di vendita online Home Shopping Network, con i grandi magazzini francesi Le Bon Marché, con l’azienda svedese di intimo e calzini Happy Socks, con la storica catena statunitense di vestiario Macy’s, con l’azienda austriaca di gioielli Swarovski; la stessa ha inoltre stretto un accordo con Yoox, colosso italiano di vendite online di beni di lusso, in seguito al quale è stata posta in vendita una collezione di gioielli da lei ideati dal design contemporaneo, composta dai materiali cari a Iris, ovvero pietre, legno, resine, e con alcuni pezzi derivanti dalla sua collezione personale, ed è stata inoltre testimonial di vari marchi, tra cui brand newyorchesi di accessori, come Kate Spade e Alexis Bittar, e anche del marchio italiano di occhiali Luxottica. Iris continua a lavorare anche come curatrice di arredi interni, ad esempio ha collaborato recentemente con l’azienda australiana di casalinghi Cloth & Company, lanciando una sua linea. Tutto qui? No! Nel giugno del 2011 Iris è stata scelta dal Council of fashion designers of America per presentare il premio all’Accessory Designer dell’anno, mentre nel 2012, l’università di Austin, in Texas, le ha conferito l’incarico di docente universitario a termine con insegnamenti di stile e moda.

  

Tra i suoi estimatori Iris annovera anche Ari Seth Cohen, autore e fotografo creatore del fashion blog “Advanced Style”, nel quale si rappresenta la moda della terza età, che trasuda consapevolezza e amor proprio (sì, se non lo conoscete vi consiglio di farci un giro, è terapeutico!). Ad Iris è stato inoltre dedicato un festival, l’Iris lovefest, dove si sono sfidati designer, stilisti, fashion blogger e influencer per renderle omaggio, tramite disegni e pensieri.

Ma ripercorriamo insieme con ordine la vita e le esperienze di questa irriverente ultranovantenne: Iris Barrel è nata il 29 agosto 1921 ad Astoria, nel Queens, il distretto più grande dei 5 che compongono New York, da genitori ebrei di origine russa. Il padre di Iris, Samuel Barrel, era un vetraio-decoratore, mentre la madre era la proprietaria di una boutique di moda. Dopo aver studiato prima storia all’Università di New York, e poi arte all’Università del Wisconsin, Iris ha collaborato come copywriter con la rivista Women’s Wear Daily, ritenuta la bibbia della moda, e con l’illustratore Robert Goodman.
Successivamente, durante una vacanza al lago George in New York, Iris incontrò Carl Apfel: i due si piacquero subito, tanto che, in pochi mesi, si fidanzarono, e, nel 1948, si sposarono. Iris indossava per l’occasione un abito di pizzo rosa, poiché, da figlia della grande depressione, preferì acquistare un abito che avrebbe potuto riutilizzare anche in seguito al matrimonio.

Nel 1950 Iris e Carl fondarono l’industria tessile Old World Weavers, che si è ampiamente distinta nel settore, arrivando a realizzare riproduzioni di tessuti e fantasie del diciassettesimo, diciottesimo, diciannovesimo ed inizio del ventesimo secolo.
Per soddisfare le diverse esigenze della sua clientela (tra cui anche Greta Garbo ed Estée Lauder) e per fornire un prodotto sempre unico e su misura, Iris, con la compagnia del marito, intraprese moltissimi viaggi intorno al mondo in cui faceva scorta di tessuti e oggetti provenienti dai mercatini europei (dove si recava due volte l’anno), ma anche dai suq e bazaar arabi. La Old World Weavers annoverò tra i suoi clienti anche vari presidenti degli Stati Uniti d’America, esattamente Truman, Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon, Ford, Carter, Reagan, Clinton. I coniugi Apfel decisero, nel 1992, di vendere la loro azienda alla Stark, storica azienda tessile americana, e si ritirarono dall’attività lavorativa. Il 1 agosto 2015, dopo 67 anni di matrimonio, Iris è rimasta vedova.

  

Nel 2018 Iris ha pubblicato un libro autobiografico, dal titolo “Iris Apfel:accidental icon”, e per l’occasione dell’uscita del libro, la Mattel, storica azienda statunitense di giocattoli, ha realizzato una Barbie (non in vendita) che riproduceva esattamente le fattezze e lo stile della newyorchese, con gli immancabili occhiali tondi, il suo iconico make up, un tailleur in broccato e i bijoux imponenti. Iris continua tutt’oggi a lavorare, adempiendo a tutti i suoi numerosi impegni, con una incredibile forza.

Analizziamo adesso lo stile di Iris Apfel, con una premessa importante: per la starlet geriatrica esso è una conseguenza della profonda conoscenza di se stessi; non è dunque fatto da regole uguali per tutti, perché ognuno deve trovare la propria strada, che è per ognuno diversa. Abiti, accessori, tessuti servono a trasmettere la propria unicità, e sono dunque strumenti per esprimere e rimanere fedeli a se stessi, nonché per affrancarsi dai giudizi esterni, da quella tendenza all’omologazione che porta a reprimere le differenze che ci rendono unici. Per dirla con le sue parole: “Il segreto per avere stile è capire chi sei. E questa è una cosa che richiede anni e anni”. Fu la signora Loehmann in persona, titolare dell’omonimo storico negozio di abiti di New York, dal quale poi nacque una catena di grandi magazzini, a definire così una giovanissima Iris: “Signorina, ti ho osservata. Non sei bella, e non lo sarai mai, ma non importa, hai qualcosa di molto meglio: tu hai stile”.

Iris ha sempre odiato le uniformi, le regole e le convenzioni della moda: bellissimo esempio ci viene fornito dalla sua battaglia per poter avere un paio di jeans, quando era una studentessa dell’Università del Wisconsin, in un’epoca, il 1940, in cui questo era ancora considerato un indumento prettamente maschile. Iris aveva in mente di abbinarli a una camicia bianca, un turbante, e alcuni vecchi orecchini, e così si recò in un negozio per comprarli, ma il venditore si rifiutò, poiché a suo dire, le giovani donne non dovevano indossare jeans, e la cacciò dai locali commerciali. Iris non si lasciò fermare dal rifiuto del venditore, e continuò imperterrita a recarsi in negozio ribadendo sempre la stessa richiesta, fino a quando, il direttore dello stesso, probabilmente sfinito dalla sua costante insistenza, decise di ordinargliene un paio.

Iris si diverte tantissimo con la moda, cerca sempre di mixare abiti e accessori per realizzare un outfit unico, unendo in un unico look capi di haute couture (Etro, Missoni, Versace ecc.) ed abiti etnici che rimandano a paesi e culture lontani. Dinanzi alle sue creazioni restiamo colpiti come dinanzi a un’opera d’arte, in cui Iris sapientemente abbina, seguendo il suo gusto, materiali lussuosi come seta o broccato, storici come il jeans, ma anche innovativi come il neoprene; fantasi: geometriche, tribali, floreali, optical, patchwork, pois, righe verticali, stampe importanti etc e colori diversi, per lo più tinte forti, come il rosso acceso, l’arancione fluo, il turchese, il verde smeraldo, etc e poi accessori ed abito, ed infine accessori e ancora accessori. Quando un abbinamento può essere considerato riuscito secondo Iris? Quando riesce a confondere lo spettatore sui confini tra le varie componenti dell’insieme, quando vari pezzi sono talmente in armonia da sembrare un tutt’uno.
Abbiamo visto come Iris odi le uniformi: ma nel suo stile ci sono, nondimeno, alcuni elementi ricorrenti. Innanzitutto, gli occhiali, dalle lenti grandi e tonde, essi sono sempre presenti in ogni sua uscita, Iris ne possiede di vari colori: rossi, dorati, trasparenti … con applicazioni( es. Swarovski) ma anche di varie dimensioni (sempre e comunque grandi), e sono il suo segno distintivo:quando le chiedono perché i suoi occhiali siano così imponenti rispetto alla norma, lei risponde sfoderando la sua preziosa ironia: “E’ per vederti meglio, tesoro!”.

Altro elemento distintivo: il rossetto, sempre presente, sempre con finish cremoso. Iris utilizza soprattutto rossi, anche molto carichi, o più da giorno, coralli, rosa baby, fucsia, ecc., mentre il trucco occhi, se presente, è spesso nei toni dell’azzurro pastello ma anche più deciso, con rima superiore definita; ma quello che proprio non può mancare è il rossetto, portato con invidiabile orgoglio, è praticamente impossibile trovare una foto in cui Iris ne sia sprovvista. La sua passione per il make up in generale, e per il rossetto in particolare, ha trovato una coronazione con la collezione invernale del 2011 a lei dedicata dall’azienda di cosmetici canadese Mac Cosmetics, che includeva non solo rossetti, ma anche ombretti, smalti, matite labbra e occhi, smalti e mascara: immancabile il rossetto rosso e l’ombretto turchese, sempre molto presenti nei look della newyorchese, ma tutta la linea si caratterizzava per colori ben definiti e saturi, molto lontani dai classici pastello e nude che vengono usati e proposti per un trucco over 70.

Ultimo elemento che caratterizza e rende unici gli outfit di Iris: gli accessori. Questo amore le venne trasmesso dalla madre che riteneva che fossero uno strumento per creare look sempre diversi, per rendere più o meno formale un vestito semplice. Iris possiede una collezione praticamente infinita di accessori, che comprende spille di ogni forma, collane lunghe o imponenti (es. catene, pon pon, con pietre di varie dimensioni) bracciali pesanti, con pietre in rilievo o variopinti, sciarpe in pelliccia sintetica di ogni colore, anelli spesso di color turchese (il suo preferito, insieme al rosso). Ciò che stupisce, in realtà, oltre la quantità, è cosa riesce a fare con gli accessori: Iris mixa gioielleria costosa a bigiotteria proveniente da ogni parte del mondo, barocco a etnico, associando tramite fantasia o colore, o creando un netto contrasto, e, come si percepisce dai suoi outfit, il suo motto è “More is more and less is a bore” al posto del classico “Less is more”. Questo suo grande talento è appunto il segreto del successo della mostra dedicata a lei, perché Harold Koda intuì che bisognava che il pubblico vedesse come Iris riesca ad accostare i vari accessori della sua collezione, e le consentì dunque di vestire i manichini seguendo il suo inconfondibile gusto: se la collezione fosse stata presentata passivamente disposta in apposite teche, non avrebbe avuto probabilmente lo stesso risultato.

    

Per chi volesse approfondire la vita e lo stile di questa inarrestabile novantaseienne, consiglio non soltanto i libri già menzionati, ma anche la visione delle varie interviste disponibili su Youtube, e del documentario a lei dedicato, e disponibile su Netflix, dal titolo “Iris”, a cura di Albert Maysles (celebre documentarista americano, che deve la sua fama soprattutto al docufilm Grey Gardens, che denuncia lo stato di isolamento e di povertà in cui erano cadute la zia e la cugina di Jacqueline Kennedy), dove non soltanto troverete parte della sua spettacolare collezione di abiti e accessori, e resterete ammaliati dall’arredamento delle sue proprietà, ma potrete anche constatare quanto amore circondi questa donna unica, e persino commuovervi davanti allo sguardo dolce e tenero che Carl dolcemente rivolgeva alla sua imprevedibile Iris: danno l’idea di essersi divertiti da pazzi durante i 67 anni insieme, e dopo quanto detto su questa inarrestabile icona di stile, non poteva essere altrimenti.

 

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