A cura di Cinzia Pacileo
Bentornati a una nuova puntata della nostra amatissima rubrica Beauty (Hi)Story!
La protagonista di oggi è una donna che continua tuttora ad ispirare i look e le scelte di stile di molte donne (compresa l’attuale first lady americana Melania Trump), ma alla quale la vita ha riservato non pochi colpi bassi, affrontati con dignità e forza non comuni: stiamo parlando di Jacqueline Kennedy, o, più semplicemente, Jackie.
Jacqueline Lee Bouvier nacque il 28 luglio 1929 a Southampton, in una famiglia dell’alta borghesia newyorkese, e crebbe in un ambiente denso di stimoli culturali, coltivando interesse per l’equitazione, disciplina che le valse trofei e medaglie, ma anche per la fotografia e per la scrittura di poemi e romanzi. Nel 1947-1948 Jackie frequentò il prestigiosissimo e selettivo college di arti liberali Vassar, mentre nel 1949 si trasferì in Francia per un soggiorno studio alla Sorbona: venne così a contatto con la cultura e l’eleganza francese, il cui fascino l’accompagnò per tutta la vita. Nel 1951 Jackie si laureò in letteratura francese presso la George Washington University e ottenne un impiego da fotografa, redattrice e articolista presso il Washington Times Herald che le consentì di farsi conoscere negli ambienti politici di Washington (intervistò anche Richard Nixon e venne inviata a Londra per seguire l’incoronazione della regina Elisabetta).
In quello stesso periodo a Georgetown, ad una cena intima tra amici, Jackie conobbe l’astro nascente della politica americana, John Fitzgerald Kennedy, erede di una delle famiglie più potenti e ammirate dal popolo: fu un vero colpo di fulmine, tanto che, poco tempo dopo, il 12 settembre 1953 a Newport, i due si unirono in un sontuoso matrimonio davanti a oltre 1.000 invitati. Dalla coppia nacquero quattro figli, ma solo due riuscirono a raggiungere l’età adulta: Caroline (n. 1957) e John F. Kennedy jr. (1963), mentre Annabelle nacque morta nel 1956 e Patrick Bouvier nacque nel 1963 e morì a soli due giorni di distanza. I primi anni di matrimonio non furono sereni anche per i problemi di salute di John, derivanti dalla sua partecipazione alla seconda guerra mondiale: i suoi traumi vertebrali lo costrinsero a sottoporsi a due interventi chirurgici, e a un lungo periodo di convalescenza.
Nel gennaio 1960 il senatore John F. Kennedy ufficializzò la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti d’America, che conquistò l’8 novembre 1960, battendo lo sfidante repubblicano Richard Nixon. Jackie, che non aveva potuto prendere parte alla campagna presidenziale in favore del marito a causa del suo stato di gravidanza, diventò dunque, all’età di soli 31 anni, la first lady degli Stati Uniti d’America, quale moglie del 35° presidente. L’approdo alla Casa Bianca non indusse il presidente Kennedy a chiudere definitivamente con i vari tradimenti, che portarono a profonde crisi coniugali, in contrasto con l’apparente perfezione della coppia.
Nonostante il suo ruolo pubblico, Jackie crebbe i suoi figli lontano dai riflettori; quale first lady, invece, prese importanti e significative iniziative, come quella relativa alla cura degli interni della Casa Bianca, che vennero ripristinati nel rispetto degli arredi originali sotto la sua diretta direzione e supervisione: la stessa Jackie rilasciò una famosa intervista a tal riguardo, in cui si percepisce l’orgoglio per i lavori effettuati. Jackie sceglieva inoltre in prima persona il menu dei vari ricevimenti che si tenevano alla Casa Bianca, prediligendo la cucina francese; adorava indire eventi sociali e culturali, e circondarsi non solo di personalità politiche, ma anche di artisti e personaggi famosi. La first lady riuscì inoltre ad affascinare vari capi di Stato (come il francese De Gaulle) con la sua cultura cosmopolita e la sua affabilità.
Il 22 novembre 1963 la coppia presidenziale si recò in visita ufficiale nel Texas: durante una sfilata per le vie cittadine in cui sedevano fianco a fianco a bordo di una berlina, il presidente degli Stati Uniti venne colpito alla testa in modo mortale da alcuni colpi di fucile sparati da Lee Harvey Osvald, un operaio, attivista ed ex militare. Jackie affrontò la tragedia con enorme coraggio e dignità: rifiutò infatti di cambiare il suo abito rosa confetto macchiato del sangue e del materiale cerebrale del marito, indossandolo anche durante il giuramento del nuovo presidente Johnson, perché tutti avrebbero dovuto vedere cosa avevano fatto al suo John. Jackie decise inoltre di seguire a piedi il feretro del marito nel corteo funebre, tenendo per mano i suoi due figli. L’assassinio ferì profondamente anche il popolo americano, che era stato conquistato dal carisma e dall’arte oratoria di John Kennedy e che in lui riponeva grande fiducia per il futuro, ma ugualmente non passarono inosservate la forza e la dignitosa compostezza dimostrate da Jackie, colpita da una tragedia che segnò profondamente la sua vita, portandola a combattere per lungo tempo contro il disturbo post-traumatico da stress.
Dopo la perdita del marito, Jackie rimase negli Stati Uniti onorando la sua memoria e partecipando a eventi commemorativi, fino a quando, nel 1968, a seguito dell’uccisione di Robert Kennedy, suo confidente e fratello del marito morto, decise di trasferirsi all’estero. Il 20 ottobre 1968, fasciata in un abito bianco realizzato per lei dallo stilista e amico Valentino, Jackie sposò il facoltoso armatore greco Aristotele Onassis (23 anni di età la differenza tra i due), che per lei interruppe una relazione con Maria Callas. Da questo momento per tutti divenne Jackie O. L’unione coniugale venne regolamentata da un minuzioso contratto pre-matrimoniale, che obbligava i coniugi persino a trascorrere un tempo minimo insieme. Jackie rimase nuovamente vedova il 15 marzo 1975 e negli anni successivi ritornò a vivere a New York, dove collaborò con alcune riviste in qualità di esperta di arte egizia. Jackie morì il 19 maggio 1994, a 64 anni, a causa di un linfoma non-Hodgkin che le era stato diagnosticato nello stesso anno.
E adesso passiamo ai beauty tips, anche qui abbiamo parecchio materiale!
Iniziamo dalla cura dei capelli: secondo quanto riferito dal parrucchiere e make up artist delle celebrità Peter Lamas, Jackie aveva capelli ruvidi e spessi, non semplici da gestire, per questo, dietro suo consiglio, utilizzava degli oli leggeri per nutrirli, come l’olio di jojoba o di lavanda. Jackie adottava una lunghezza alle spalle, o poco più su, un classico bob voluminoso alla base con punte all’insù, e lasciava per lo più i capelli liberi, morbidi e ondulati alle estremità anche per addolcire i tratti definiti del suo viso quadrato. Jackie inoltre portava spesso un ciuffo laterale (più raramente una vera e propria frangia), sempre perfetto, corto alle sopracciglia o leggermente più lungo. Vero marchio della first lady è però la cotonatura, molto in voga negli anni ’60 (altro esempio Brigitte Bardot), che le consentiva di sollevare anche di molto le radici che venivano poi fissate con la lacca (ricordiamo però che è una pratica dannosa per il capello!). Altre acconciature utilizzate: chignon basso molto chic e semiraccolti. Quando poi si trovava in vacanza, o semplicemente i capelli non collaboravano, Jackie usava indossare un foulard sul capo, soprattutto di Hermès, cui spesso abbinava un paio di occhiali da sole, in pieno mood turistico e rilassato.
Jackie era inoltre molto attenta alla sua skincare, e non dimenticava mai di struccarsi: tra i suoi prodotti preferiti tuttora in commercio, la crema rigenerante 3-9 di Erno Laszlo, e il sapone ai fanghi del mar Morto della medesima casa cosmetica ungherese, composto da minerali di calcio, potassio, magnesio e con granuli di sale con funzione esfoliante.
Il make up era, come tutto il suo stile, molto originale e ricercato: la first lady aveva un volto molto particolare, ampio e dal taglio quadrato, con occhi grandi e distanti e zigomi alti. Per avvicinare i suoi occhi distanti Jackie spesso applicava una sfumatura di ombretto più scuro all’angolo interno della palpebra superiore, mentre alle sopracciglia veniva conferita forma piena e arcuata, ad ala di gabbiano. Il rossetto (per lo più in tonalità nude, pesca, fucsia e rosa) veniva usato come un accessorio, sempre abbinato ton sur ton all’abito, mentre nel caso di outfit dal colore acceso la parola d’ordine nel make up era sobrietà e trucco nude. Jackie aveva inoltre la curiosa abitudine di prendere nota dei dettagli dei make up più riusciti, per poterli poi replicare, anche se i suoi trucchi non erano particolarmente complessi. Come abbiamo già visto per i capelli, anche il make up veniva sospeso durante le vacanze (unica eccezione un lipgloss), in una condivisibile ottica di relax totale, e di less is more.
Paragrafo profumi: Jackie ne amava soprattutto quattro, ovvero Joy di Jean Patou (il più caro in commercio negli anni ’60), l’evergreen Chanel n°5, Fleurissimo di Creed e Lovely Patchouli 55 di Krigler (casa cosmetica di lusso francese); i preferiti per la first lady erano il primo, caratterizzato da note dolci del gelsomino e della rosa bulgara e da quelle più decise dell’ ylang-ylang, e l’ultimo, composto da note di ambra, bergamotto, ovviamente patchouli e note speziate.
Jackie giocava molto anche con i gioielli, e anche qui si può notare la commistione tra marchi francesi (Cartier) e americani (Tiffany).
I gioielli utilizzati spaziavano dalle immancabili e ultra classiche perle, vere o riproduzioni, a uno, due o più fili, a gioielli più appariscenti (diamanti, rubini ecc.), parure spesso coordinate, ma anche bijoux che la first lady sapeva valorizzare al meglio. Jackie amava inoltre le creazioni smaltate ispirate alla natura di John Schlumberger per Tiffany: inoltre, nel 1962, la stessa ricevette in regalo da una sua cara amica un’altra creazione dello stesso artista, ovvero un bracciale semi flessibile con oro e diamanti, movimentato da fasce verticali e dalla caratteristica forma leggermente bombata, che le piacque così tanto che presto divenne universalmente conosciuto come il bracciale di Jackie. Altro accessorio amatissimo da Jackie (e da moltissime altre celebrità): l’orologio unisex Tank di Cartier, inventato nel 1917 da Louis Cartier, dalle forme geometriche e definite che pre annunciavano l’avvento dell’art decò, con quadrante rettangolare appena smussato agli angoli e numeri romani.
E adesso passiamo al suo stile! Jackie amava la cultura e l’eleganza dell’Europa, e della Francia in particolare, ma, una volta divenuta first lady, per evitare di venire etichettata come eccessivamente snob e distante dal popolo americano, scelse di usare anche opere di grandi marchi americani. Per esempio Jackie accostò alle amatissime creazioni francesi di Chanel le realizzazioni dello stilista Oleg Cassini, di origine francese ma cittadino americano, che confezionò per lei oltre 300 abiti. Perfino il celebre abito rosa confetto, ritenuto a lungo tempo uno Chanel, era stato realizzato in realtà dalla sartoria ultra-chic newyorchese Chez Ninon.
Gli outfit di Jackie erano l’esaltazione dello stile classico, elegante, chic e senza tempo, che venivano valorizzati al massimo dalle sue caratteristiche fisiche. Gli outfit della first lady comprendevano tailleur in lana bouclè, giacche boxy spesso con maniche a tre quarti, abiti interi al ginocchio o poco più su, scollature a v, o a barchetta, o tondo classico, gonne gipsy: il tutto veniva vivacizzato da delicati dettagli come le riprese leggere in vita, bottoni particolari, taschine, cappelli a tamburello coordinati. Jackie a volte usava anche materiali insoliti e pregiati, come il taffetà. I soprabiti avevano una forma dritta o morbida e oversize (i cosiddetti cappotti a uovo, tornati di moda qualche anno fa) , oppure erano aderenti, a vestaglia con revers e cintura in vita, o più semplicemente trench. In vacanza stile molto più basico, pantaloni bianchi con le pinces, t-shirt, infradito o piedi nudi e occhiali da sole.
Poteva forse una celebrità dello stile come Jackie non avere una borsa in suo onore? Jackie veniva spesso immortalata con in spalla la borsa Constance di Gucci, che venne ribattezzata in suo onore Jackie O, ed è oggi tra le it bag più desiderate. Il classico modello dalla caratteristica forma arrotondata e quasi trapezoidale(a mezza luna) ha subìto dei cambiamenti negli anni, nella dimensione o nel design, per adattarsi al mercato. È stato da poco messa in commercio anche una nuova borsa, l’iconica New Jackie sempre a lei dedicata, perchè tutt’oggi il nome Jackie è capace di trasmettere anche a generazioni sopravvenute l’eleganza senza tempo dell’inimitabile e indimenticabile first lady.
Per concludere, consiglio a chi volesse approfondire la conoscenza di questa donna così complessa e affascinante la visione del film “Jackie“(2016) di Pablo Larrain, interpretato dalla superba Natalie Portman, se possibile in lingua originale, perché l’attrice ha studiato e riprodotto la particolarissima voce e cadenza della first lady alla perfezione (avrebbe meritato l’Oscar) .
Chiudo con una significativa frase di Jean Campbell del London Evening, scritta dopo aver visto il contegno di Jackie al funerale del marito John: “Da oggi ha dato al popolo americano una cosa che non aveva mai avuto: la maestà”.