Poppea: una donna arrivata al potere grazie alla sua bellezza
A Cura di Angela Gallo
Chi non conosce Poppea, la matrona romana che con la sua bellezza stregò Nerone a tal punto da diventare
la sua amante? Di lei si diceva che fosse una donna dotata non solo di un gran fascino ma anche di indubbia
astuzia e scaltrezza. Nata attorno al 30/32 d.C. da sempre desiderava diventare imperatrice romana e per
riuscirci, dopo la morte del suo primo marito nel 58 d.C., e dopo un secondo matrimonio annullato, fece
uccidere la madre di Nerone, Agrippina, per evitare che ella lo mettesse in guardia circa la sua fama, e fatto
ripudiare la moglie Ottavia; di lì a poco Poppea Sabina, precisamente nel 62 d.C., divenne la moglie di
Nerone e acquisì quindi il titolo di Imperatrice.
Morì nel 65 d.C. per mano del marito il quale le diede un calcio nel basso ventre durante il periodo della
gestazione, divenne per questo motivo una divinità femminile assieme alla figlioletta Claudia Augusta, nata
nel 63 d.C. e vissuta solo pochi mesi, mentre altre fonti ancora dicono che morì soltanto per complicazioni
legate alla gravidanza, o altre durante l’eruzione del Vesuvio nel 79, nella sua villa di Oplontis.
All’epoca di Poppea le donne cercavano di rendere trasparente la pelle, di far diventare i capelli morbidi e
lucenti e di mantenere freschi e sodi i seni, tutto questo impiegando succhi di erbe, unguenti profumati o
essenze distillate e ovviamente l’imperatrice era molto attenta alla cura del corpo tanto da aver addirittura
formulato una ricetta per un bagno “miracoloso” in grado di rendere la pelle morbida e lucente.
La ricetta del suo famoso bagno, riprodotta da molte matrone dell’epoca, era la seguente:
Ingredienti:
250 gr di sale marino o sale da cucina
100 gr di bicarbonato di sodio
4 l di latte
500 gr di miele
2 manciate di petali di rose
1 bicchiere di olio di oliva
L’acqua del bagno non doveva essere molto calda e gli ingredienti di cui sopra venivano aggiunti seguendo
una specifica sequenza: prima si stemperava il miele nel latte e si teneva in un recipiente vicino alla vasca,
poi si versava nell’acqua il sale e quindi il bicarbonato di sodio cercando di farli sciogliere bene, a quel punto
si versavano il latte con dentro il miele, poi l’olio e infine i petali di rosa. Conclusa l’aggiunta degli
ingredienti si dava una rimescolata leggera all’acqua e si entrava nella vasca dove si restava in perfetto relax
per una decina di minuti. Il bagno era completato da una frizione in tutto il corpo con una spugna naturale
molto morbida, che generalmente veniva eseguita dalle schiave di Poppea, in modo da fare assorbire le
benefiche sostanze immerse nell’acqua.
Il latte impiegato da Poppea per i suoi bagni rilassanti e benefici era prettamente d’asina, come ci racconta
lo stesso Plinio il Vecchio il quale, in una delle sue opere, scriveva: “si pensa che il latte d’asina elimini le
rughe dalla pelle del viso e la renda morbida e bianca. Si sa che certe donne vi si curano le gote sette volte
al giorno. Fu Poppea ad inaugurare questa moda, facendone uso anche per il bagno. Per questo in viaggio,
si portava dietro mandrie d’asine”.
Inoltre Poppea non poteva rinunciare al suo profumo preferito, molto simile alla fragranza del nostro
patchouli. Gli archeologi lo hanno scoperto analizzando il contenuto carbonizzato delle boccette di vetro
che si trovavano nella sua villa di Oplontis, vicino a Pompei. Nelle boccette e negli unguentari di Poppea,
sono stati trovati anche, sotto forma di olii essenziali, residui di rosmarino e maggiorana i quali, oltre ad
essere indossati come profumi, erano farmaci ideali per curare gli stati infiammatori.
Poppea però non era attenta solo alla cura del corpo ma anche a quella dei suoi splendidi ricci, eh sì ragazze
perché la bella imperatrice era una bricciola come noi!
Per tenere i suoi capelli sempre in ordine Poppea usava fare delle acconciature non poco complicate. In
gioventù si ispirava spesso alle pettinature di Agrippina, madre di Nerone, infatti portava dei riccioli sulla
fronte mentre il resto del capo era coperto da un cappellino o per meglio dire una coroncina di pietre e
perle fissata ai capelli, esso prendeva il nome di tutulus e formava una specie di cono aperto sul capo della
matrona, era di feltro ricoperto o di seta o di damasco ed impreziosito con veli, pietre, cordoncini d’oro o
d’argento. Sul capo scendevano boccoli sinuosi di chiara ispirazione etrusca.
Quando una donna romana si sposava cambiava la sua pettinatura proprio per risultare più seria e adulta,
vediamo infatti nel busto che la raffigura in basso un drastico cambiamento nello sguardo e nei capelli di
Poppea, raccolti in una folta coltre di riccioli portati dinanzi al viso, specificatamente sulla fronte. Tuttavia
l’imperatrice nella sua acconciatura da donna sposata mantenne i riccioli che cadevano sulle spalle i quali
erano raccolti da un nastro impreziosito da un diadema.
Poppea, come tutte le ricche matrone romane, teneva molto alla lucentezza e morbidezza dei suoi capelli e per ottenere splendidi risultati utilizzava diverse misture come: succo di mele e aceto, tuorlo d’uovo, aceto e fiori d’Iris, ma il suo impacco preferito era, come ci dice Ovidio: “latte, aceto e tuorlo d’uovo perché rendeva i boccoli più compatti e facilmente modellabili”. Ogni giorno
impiegava circa un’ora per la toletta, amava infatti farsi spazzolare i capelli dalle sue schiave con pettini di legno dai denti sottili che districassero i ricci senza disfarli.
L’imperatrice adorava utilizzare delle parrucche per cambiare colore di capelli, quando voleva farsi notare indossava delle parrucche rosse che s’intonavano bene con il suo incarnato chiaro, tuttavia anche il biondo era un colore molto ambito dalle donne romane perché ricordava la capigliatura delle dee, infatti Poppea
possedeva molteplici parrucche bionde che utilizzava quando doveva presiedere assieme al marito ad importanti eventi pubblici.
Insomma, nonostante la sua fama da donna amante degli intrighi e pronta a tutto pur di ottenere ciò che
voleva, Poppea Sabina era anche una vera intenditrice di bellezza e dispensatrice di consigli in merito, la sua
pelle e i suoi capelli erano infatti invidiati dalla maggior parte delle matrone romane che la prendevano a
modello. Il suo segreto era utilizzare ingredienti naturali e curare tutti i giorni il suo corpo, proprio come
tendiamo a fare noi oggi, abbiamo infatti in comune con la sua routine diverse cose tra cui il risciacquo
acido e i prodotti a base di latte d’asina.
Spero che questo breve excursus su una donna così potente e all’avanguardia vi sia piaciuto, alla prossima
Beauty Hi(story)!
Bellissimo articolo! Potrei sapere la bibliografia utilizzata? Sarei interessata particolarmente alla parte di Ovidio e dell’utilizzo di parrucche. Grazie!