IL RASOIO DI SICUREZZA: cos’è, come si usa, perchè preferirlo

A cura di Yasmin Hadjeres

 

La questione della depilazione è annosa per tutte le donne. Fin dalla pubertà, impariamo a destreggiarci fra mille metodi e tecniche, più o meno dolorose, per il nostro corpo e il nostro portafoglio. Se e quando diventiamo anche donne consapevoli, che ricercano la sostenibilità in ogni ambito, le cose si complicano ancora di più: il campo si restringe; via le creme depilatorie che inquinano e fanno male alla pelle, le schiume, via le strisce già pronte, e così via.

Non ne escono indenni quindi i rasoi usa e getta, che non solo ci rendono vittime del peggior marketing dai tempi del dopoguerra, che ha come fastidiosa abitudine quella di dividere il mercato in base al sesso: siamo arrivati a credere ormai che per una rasatura efficace servano un numero improbabile di lame, arricchite con aloe vera o qualche olio esotico, nonché uno scintillante manico rosa, celeste, o viola, per un prezzo triplicato rispetto allo stesso prodotto nella versione maschile.

Il problema del rasoio come lo conosciamo oggi non fa distinzioni di sesso però: la sua sostenibilità è pari a zero. Il corpo è in plastica, e che le testine si cambino o no, il metallo non si stacca dalla plastica, rendendone impossibile il riciclo. Le lame degli usa e getta sono di qualità inferiore inoltre, il che li fa durare poco. E ovviamente sono imballati in altra plastica, spesso appoggiati su un altro supporto di plastica.

Ed è qui che nella mia ricerca ho trovato una soluzione, che potremmo definire l’equivalente per la depilazione della coppetta mestruale: il rasoio di sicurezza.

Innanzitutto conosciamo l’oggetto: Il primo prototipo fu ideato dal coltellinaio francese Jean-Jacques Perret che ebbe l’intuizione di socchiudere la lama di un classico rasoio a mano libera in una protezione, che ne avrebbe agevolato lo scorrimento sulla pelle e le avrebbe impedito di affondare.

Li iniziarono a produrre e a commercializzare dal 1820 nella zona di Sheffield, in Inghilterra, già famosa per le classiche lame, ma solo a metà secolo presero la classica forma a T che ritroviamo anche oggi.

Negli Stati Uniti il modello si perfeziona nel 1880 grazie ai fratelli Kampfe, che prevedeva ancora che la lama venisse affilata ogni tanto.

Nel 1900 King Camp Gillette ha la geniale idea di inventare una lama più economica, che si potesse gettare, e concepisce quindi il rasoio con tre pezzi: manico, poggialama e protezione. Ora il rasoio ha due fili da entrambi i lati, rendendolo ancora più pratico.

La consacrazione definitiva arriva con la Prima guerra mondiale: nel 1918, 3.5 milioni di soldati, che non potevano portare la barba per via delle maschere antigas, vengono equipaggiati con rasoi di sicurezza. Il resto è storia.

Tornando a noi, se non siete già conquistati e convinti dalla sua storia, o dal fattore ecologico, lo farà la matematica sicuramente: escludendo l’acquisto del rasoio che è l’investimento iniziale, un pacco di rasoi “da donna” costa in media sui 5/6 euro. Un pacchetto di 20 lamette altrettanto, se non di meno; vincendo fra l’altro anche loro la sfida ecologica, essendo spesso imballate nella carta. Con 20 lamette si arriva a fare quasi un paio d’anni, mentre un pacchetto di rasoi usa e getta dura meno di due mesi, volendo essere generosi. Vi lascio trarre le vostre conclusioni.

A questo punto, servono però altre informazioni: come usarlo, quale modello scegliere, sopravviverò al suo utilizzo o sarò la protagonista di un remake di Sweeney Todd?

Informazioni che non è stato facile ottenere, perché la letteratura a tema è praticamente inesistente. Nessuna donna testimonia l’utilizzo del rasoio di sicurezza sul corpo, specialmente non in italiano. Dopo un’accurata scrematura di articoli, forum di barbe dove ho scoperto un vero e proprio culto nei confronti del rasoio di sicurezza, e video di canali dedicati, mi sono decisa all’acquisto e all’utilizzo.

Quale scegliere fra i tanti modelli? Innanzitutto bisogna distinguere fra: open comb e closed comb. L’open comb presenta la lama più esposta ed è quindi più aggressivo, lo lasciamo quindi ai detentori  di barbe hipster e boscaiole; noi donzelle abbiamo bisogno di delicatezza e sceglieremo un closed comb, ossia una lama protetta completamente.

da Washing and Shaving Company

I top gamma al momento sembrerebbero essere i Merkur, marca tedesca, in particolare il 34C e il 37C che presentano un manico zigrinato per una miglior impugnatura, una notevole resistenza, come tutte le cose tedesche d’altro canto, ma anche un notevole peso da quello che ho letto. Data la qualità i loro prezzi si aggirano intorno ai 35/40 euro come investimento iniziale.

Molto apprezzato anche il Parker, azienda che non ha bisogno di presentazioni, in particolare il 99R, che presenta un’apertura a farfalla anziché ad avvitatura, un buon bilanciamento, e si aggira sui 25 euro.

Si piazza sul podio a pari merito la Edwin Jagger, giovane azienda di Sheffield che ci riporta quindi alle origini, con il suo DE87L: abbastanza leggero, ben bilanciato e ben rifinito.

Ovviamente la scelta di modelli è molto più ampia, i manici si trovano più o meno lunghi, zigrinati, lisci, neri… ma questi si distaccavano per le loro caratteristiche, adatte ai nostri scopi.

Per la scelta della lama bisogna informarsi rispetto al proprio modello, anche se ho trovato che le Astra Platinum siano particolarmente delicate.

Come si utilizza? Si inserisce la lama svitandolo dal manico o aprendolo a farfalla a seconda del vostro modello, maneggiandola dai lati corti ovviamente.

                                                     

Sotto la doccia o durante un bagno caldo, quando i pori sono aperti e la pelle elastica, è necessario utilizzare qualcosa di molto emolliente, anche schiumogeno se possibile. Può essere usato l’olio di cocco in combo con una saponetta che faccia una schiuma ricca o un sapone da barba, il tutto ovviamente biologico. Si procede con passaggi corti poco alla volta, ad un’angolatura di 30°, il contrario, per intenderci, delle pubblicità dove la lama viene passata sulla gamba tutta in una volta. Una volta finito, la cosa importante è avere cura di svitare il rasoio e di asciugarlo bene, assieme alla lama, in ogni parte prima di riporlo in un luogo asciutto. Così facendo la lama vi durerà anche un mese o più a seconda di quanto la trovate affilata e il rasoio anche una vita.

Concludendo, perché convertirsi al rasoio di sicurezza? Perché è una soluzione più ecologica, economica, delicata, come tutte le monolame, cosa che vi potrà confermare qualsiasi barbiere se glielo chiedete.

Oltre tutto, questo articolo è stato pensato da e per le donne, ma nulla vi vieta di regalarne uno al vostro uomo, dato che sono anche molto eleganti, e guarda caso si avvicina Natale…

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *