LA REGINA MARIA ANTONIETTA

A cura di Paola Hiluku

CENNI STORICI
Il suo nome completo è Maria Antonia Josepha Johanna von Habsburg-Lothringen e col titolo di Arciduchessa d’Austria, Principessa imperiale del S.R.I. Principessa reale di Germania, Ungheria, Boemia, Toscana, Croazia e Savona, Delfina di Francia, Duchessa di Berry
Regina dei francesi.
Maria Antonia Giuseppa Giovanna d’Asburgo-Lorena, nasce a Vienna il 2 novembre 1755, è la quindicesima figlia.
Trascorrere la sua vita a Vienna, educata diligentemente secondo i canoni della nobiltà, ma sempre rimanendo libera di essere una bambina felice.
Nel 1769 l’abate de Vermond parte per Vienna, per conoscere Maria, una delle potenziali future regine di Francia. Una volta incontrata pensa che la ragazza, nonostante sia bellissima, non abbia l’educazione necessaria per diventare regina e con lunghe conversazioni che spaziavano su ogni argomento, nota che Maria è molto sveglia e impara in fretta. In breve tempo apprende tutto il necessario per poter sposare il delfino di Francia. Maria continuerà in futuro i suoi studi, apprezzando molto le lingue e la musica.

 

Poco prima dei suoi quattordici anni viene promessa al delfino Luigi XVI, anche lui quindicenne, erede al trono di Francia. Purtroppo Luigi viene cresciuto nutrendo diffidenza verso gli austriaci, ma ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, dato che il matrimonio doveva rafforzare l’alleanza tra Austria e Francia, contro Prussia e Inghilterra. La dote di Maria viene valutata 200.000 corone e un prezzo equivalente in gioielli. Riceve un ritratto del suo futuro marito, che si rivelerà un po’ modificato per renderlo più gradevole.
La cerimonia viene minuziosamente organizzata per tre anni, ed il matrimonio viene svolto “in procura”, cioè senza lo sposo, quindi questo punto ancora non si sono visti.
Due giorni dopo parte per Parigi, con una carovana di 56 carrozze, che in due settimane la portano al Reno, che divide la Francia dall’Austria.
Sul fiume, in un’isoletta neutrale, viene adibita una casetta per il “remise”, la cerimonia della consegna della sposa da in paese all’altro. Qui Maria si deve spogliare di tutto ciò che è austriaco e lasciarlo indietro, anche compagni, vestiti e i cagnolini, per poi indossare abiti francesi e continuare il viaggio con una nuova carovana.

Nel maggio del 1770, dopo un mese dalle nozze in procura, vengono celebrare le sontuose nozze a Versailles, con 15 giorni di festeggiamenti, nonostante l’economia fosse terribilmente traballante.
La madre di Maria Antonietta, Maria Teresa, scriveva ogni mese alla figlia per ricordarle di essere sempre fedele all’Austria e ricordando di comportarsi da buona tedesca (ai tempi la differenza tra tedeschi ed austriaci era poco importante), inoltre Maria Antonietta si fida molto dell’ambasciatore austriaco Mercy-Argenteau che torna regolarmente alla Corte d’Austria a riferire le vicende di Maria, ma questo non ha fa altro che alimentare i sospetti che Maria fosse una spia austriaca.
Il matrimonio con Luigi è un vero disastro. Non viene consumato per ben sette anni, poiché il re è sempre sotto pressione: ha poca fiducia nella moglie e tutti aspettano l’erede maschio. Il tutto accompagnato da un problema fisico che verrà poi chirurgicamente curato.

La colpa del mancato figlio viene data tutta a Maria Antonietta, che viene biasimata anche dalla madre. Questa continua pressione stravolge Maria che si rifugia in spese folli e vizi, a discapito del popolo sempre più affamato e dell’ostilitá di gran parte della corte.

Durante questi anni in cui si aspettava che il re si decidesse a consumare il matrimonio, Maria adotta alcuni bimbi, perché nutre un profondo amore verso di loro. Alcuni vivono con lei e i suoi futuri figli legittimi a corte, altri vengono mantenuti agli studi o in convento. Tra i bimbi che vivono con lei ricordiamo Armando, strappato dalla miseria di una povera vita da contadino e diventato in futuro un accanito rivoluzionario. Poi c’erano Zoe ed Ernestine, la prima diventerà compagna di giochi del delfino Luigi Carlo mentre la dolce Ernestine sarà la compagna di giochi della primogentita, una bambina caparbia e altezzosa.

La mamma di Maria, in tutto questo tempo, la critica, le dice che è brutta e che non sa sedurre il marito. Quindi lei si impegna e riesce a superare la grande diffidenza di Luigi, tanto da risultargli simpatica.
Ma torniamo a noi, chi di voi ha visto Lady Oscar ricorderà la perfida madame Dubarry, abito rosso, capelli biondi e cotonati… insomma, una cattivona.

Lei era la preferita del re, la sua amante (all’epoca erano concesse e non malviste), ma anche una donna caparbia e altezzosa, odiata da buona parte della corte.
Maria Antonietta decide di non rivolgerle più la parola, ma questo fu un grande errore, soprattutto politico, perciò sotto la pressione della madre e dei messaggi che le porta il fidato Mercy, decide che le avrebbe detto qualcosa. Così il primo gennaio del 1772 Maria dice alla Dubarry: “C’è molta gente oggi a Versailles “. La situazione si risolve, ma per Maria fu tremendamente umiliante, anche per questo iniziò a diventare più testarda e a non ascoltare più nessuno.

Nel 1774 Maria e Luigi salgono al trono, ufficialmente, in seguito alla morte del re.
In poco tempo Maria Antonietta conquista le antipatie della maggior parte della corte, su di lei girano voci, perlopiù false, andando anche a finire nel pornografico, tanto da definirla Madame Scandal. Oltre a questo si pensava anche che Maria volesse trarre benefici solo per la sua Austria, tradendo così la Francia e anche questo non fa altro che alimentare lo screzio e l’odio nei suoi confronti.
Il tempo scorre, il matrimonio non viene consumato e Maria è sempre più insoddisfatta e frustrata, il grande peso di questo fallimento è solo sulle sue spalle. Si sfoga a con il gioco d’azzardo, abiti lussuosi e acconciature veramente contro ogni legge gravitazionale.

Nella primavera del 1775 c’è la rivolta del popolo chiamata “rivolta delle farine” contro il programma economico del ministro delle finanze. In questa occasione si attribuisce a Maria la famosa frase “Se non hanno il pane, che mangino le brioches” ma anche in questo caso si tratta di cattiverie non veritiere.
A marzo Luigi viene incoronato, la cerimonia è un grandissimo successo. Maria decide di non far parte della cerimonia ma partecipa simbolicamente.
L’estate successiva Maria conosce Gabrielle de Polignac, che sarà la sua migliore amica.

L’agosto di quell’anno la cognata di Maria da alla luce un maschietto, si dice che la povera regina lo stesso giorno viene pesantemente insultata e corre nelle sue camere a piangere disperata, le derisioni e le voci fasulle nei suoi confronti diventano sempre più numerose, tanto da dire che cercava piaceri sessuali da donne e da uomini della corte.
Per consolarla e regalarle un angolo di pace il marito le dona una dépendance, le petit Trianon, che Maria arrederá a suo piacere.
Nel 1777 viene raggiunta dal fratello Giuseppe, andato per capire per quale assurdo motivo il matrimonio non andasse avanti.

Chiedendo ai medici presume che il re abbia una fimosi, oltre al blocco mentale e che, di base, entrambi a letto non fossero compatibili.
Cerca di mettere in chiaro le cose col re e rimette in riga Maria per quanto riguarda la questione economica: deve spendere di meno. Lei accetta i consigli del fratello.

FINALMENTE il 18 agosto del 1777 c’è fuoco e fiamme nel letto degli sposi. Era ora!

Nel dicembre del 1778 nasce Maria Teresa Carlotta, dopo un difficile parto.
Nello stesso periodo vengono terminati i lavori nel piccolo angolo che Luigi aveva regalato alla moglie, le Petit Trianon. Maria era convinta che anche una regina dovesse avete una vita privata, e in questa casetta veniva sempre accompagnata dalla Polignac, tanto da dare adito a voci di un rapporto lesbico tra di loro. I favoritismi verso la sua amica si fanno sempre più evidenti quando anche i suoi familiari ricevono importanti titoli a corte.
Nel frattempo la madre di Maria è convinta che queste amicizie stiano manipolando la figlia, e cerca di scriverle con gentilezza cercando di farla ritornare in se, ma senza risultati. Poco dopo la madre muore e nel dolore della regina, Luigi le si avvicina di nuovo a lei e i due si legano di nuovo.

Prima del parto del secondo figlio, il fratello, l’imperatore Giovanni, torna in visita dalla sorella, ma anche in queste occasioni nascono maldicenze infinite secondo le quali Maria gli avrebbe dato di nascosto del denaro.
Poco dopo, con tanta gioia, viene data alla luce il tanto atteso erede maschio, Luigi Giuseppe, e finalmente Maria Antonietta è regina a tutti gli effetti. Ma anche in questa occasione le lingue avvelenate non smettevano di parlare, e si insinua che il figlio non sia del re. La povera Maria, sempre più stanca delle dicerie, si chiude nel suo piccolo angolo di paradiso circondata da pochi fedeli.

 

Nel 1782, Maria mette al suo posto la Polignac e questo non fa altro che aumentate le maldicenze e l’ostilitá nei suoi confronti. Poco dopo fa costruire un piccolo villaggio ispirato ad un quadro, in cui avrebbe potuto avere una vita semplice, ma anche questo viene malvisto, soprattutto in un momento economico veramente critico.
Nel frattempo il fratello Giuseppe chiede a Maria di far intervenire la Francia in appoggio agli austriaci ed ai russi contro gli ottomani, cercando nella stessa occasione di avvicinarsi di nuovo a Luigi ma non riesce ad arrivare ad una soluzione soddisfacente per il fratello, sentendosi dire che è inutile per gli interessi economici del paese.
In quel momento scopre di essere di nuovo incinta, ma questa gravidanza non si conclude per un aborto spontaneo, quindi è fisicamente ma soprattutto emotivamente devastata. È una regina ma prima di tutto una donna, la sua situazione non è semplice e la perdita di un figlio è un colpo di grazia.

Durante il periodo della depressione la Polignac insieme alla famiglia fa salire al potere per il controllo generale delle finanze Charles Alexandre de Calonne, un uomo che Maria non stima e che sarà il colpo di grazia dell’economia francese.
Iniziano i primi screzi con i Polignac e Maria rimane di nuovo incinta. Giuseppe le chiede di intervenire e di convincere Luigi ad aiutarlo durante una guerra, Luigi viene convinto, con molte difficoltà, ma anche questo aiuto verso il suo casato viene visto dai più come un tradimento alla Francia, alimentato le voci crudeli su di lei sempre più inesistenti. Inoltre convince Luigi ad acquistare un castello ad uso privato per un prezzo esorbitante, anche questa mossa è stata immediatamente additata.
Nasce il terzo figlio, Luigi Carlo.

L’affare della collana è servito a far aprire gli occhi a Maria. Ecco cosa è successo: un giorno arriva a Maria un biglietto di ringraziamento da un famosissimo orefice, Bohemier, per aver acquistato una suntuosa collana d’oro, dal prezzo esagerato, si trattava di mezzo chilo di oro e diamanti.

Maria non ricorda di averla acquistata, perciò brucia il biglietto e dimentica la questione.
Quello che è successo è stato veramente surreale: il cardinale Roman vuole ingraziarsi la simpatia di Maria, perciò viene contattato dalla contessa Jeanne Valois de La Motte che attraverso una fitta corrispondenza fasulla lo convince di essere nelle grazie della regina. Il cardinale allora organizza un incontro segreto, di notte tra la contessa, Maria e il gioielliere, nascosto perché nessuno doveva sapere di quella assurda spesa. Il problema è che Maria fu sostituita da una prostituta che la Contessa aveva messo a nuovo, mentre le due donne si presero la collana, facendola a pezzi e rivendendola, lasciando il debito a Maria e il cardinale raggirato.
Maria è Luigi hanno vollero un processo pubblico per il cardinale e la contessa, che venne rinchiusa in prigione dopo essere stata marchiata come ladra, mentre lui venne assolto. Questo gesto fu una sfida verso la corte, un affronto e, finalmente, Maria capisce veramente che non ha stima e rispetto da nessuno. Questo la porta a dare un reale taglio alle spese, durante il processo rimane di nuovo incinta e da alla luce la prematura Sofia Elena Beatrice.
Fuori dalla corte continua ad essere derisa, senza sosta. Inizia definitivamente il declino.
Luigi riunisce una assemblea per cercare di far quadrare i conti, a cui inizialmente Maria non partecipa, e che si dimostra un fallimento.
Dopo vari licenziamenti e nuovi responsabili per cercare di salvare la fragile situazione, Luigi va in depressione e Maria prende in mano la situazione, ormai insalvabile. Cerca anche di ristabilire la sua immagine, ma ormai è troppo tardi.
Il parlamento viene esiliato e attua una campagna di diffamazione contro la corona capeggiata dal duca d’Orléans, che si ingrazia le simpatia del popolo. Le maldicenze, la situazione economica terribile, l’enorme stress fanno ammalare Luigi di una grave forma erisipela, un’infezione della pelle e Maria, per qualche motivo, ingrassa.

Nel frattempo il delfino si ammala di tubercolosi, che gli fa incurvare la colonna vertebrale e che diventa la principale preoccupazione di Maria.
L’inverno del 1788/1789 fu lungo e rigido e non c’era pane, anche per via dei pessimi raccolti estivi quindi il popolo attua una rivolta, ruba il pane per mangiare e l’esercito cerca di calmare la situazione con la forza.
Nel maggio del 1789 c’è una parata del popolo, al grido di “Viva il duca d’Orléans!”. Il popolo a questo punto ha deciso.

Il 4 giugno 1789 muore il delfino di soli otto anni, Maria rimane con lui tutto il tempo. La morte del principe sarebbe dovuta essere pianta da tutto il popolo, ma questa passò quasi inosservata. Questo fatto ferisce ulteriormente il cuore lacerato della povera Maria, che cade in depressione.

(La rivoluzione francese è stata molto filtrata, ho scritto solo gli episodi generali inerenti alla vita di Maria Antonietta)

La situazione degenera con la presa della Bastiglia il 14 luglio 1789. Iniziano a fuggire i primi nobili, tra i quali i Polignac, per timore delle ritorsioni e per paura di morire. Le maldicenze su Maria diventano sempre più insistenti e ad ottobre le stanze reali vengono invase, Maria è insultata e la famiglia decide di trasferirsi a Parigi nel palazzo di Tuileries protetta dall’esercito reale. Sono praticamente agli arresti domiciliari, Maria si dedica ai figli e non si mostra in pubblico, non partecipa alla politica convinta che qualsiasi suo gesto sarebbe stato mal interpretato.
Nel 1790 viene firmata la Costituzione e il conte di Mirabeau, dietro a pagamento, decide di intervenire per la famiglia reale, con risultati discreti.

Nel 1791,all’alba, la famiglia  tenta la fuga, ma Maria viene riconosciuta e tutti vengono riportati al palazzo. Maria, al ritorno, inizia a barcamenarsi tra i nobili, cercando consensi e aiuti, nel frattempo Mirabeau, unico vero aiuto, muore. Cercano di accordarsi con un altro giovane rivoluzionario, ma le sue parole non hanno lo stesso peso di quelle di Mirabeau. I sovrani vengono continuamente attaccati dal popolo.
Il 10 agosto il palazzo viene assalito, molti protettori della famiglia uccisi, successivamente la famiglia viene rinchiusa nella Torre del Tempo, una prigione. Dopo il processo il re viene condannato alla ghigliottina, gli ultimi giorni degli sposi sono stati ricchi di affetto tra i due, e il 21 gennaio del 1793 il re, vestito di bianco, viene decapitato. Maria è in lutto, le viene spesso proposta la fuga ma lei non accetta mai. Le viene sottratto il figlio e la sua mente viene deviata, il bimbo viene convinto della cattiveria della madre e racconta di essere stato introdotto alla masturbazione ed all’incesto.

Maria viene trasferita in un altro carcere e dopo essere stata definita “la vergogna dell’umanità e del suo sesso”.
Si presenta in tribunale esile, con i capelli bianchi a solo 35 anni, visibilmente invecchiata. Riceve innumerevoli accuse ma si difende con onore, non contraddicendosi mai.
Ha avuto un ultimo momento di gloria, quando è stata accusata di incesto nei confronti del figlio di otto anni, in un primo momento non risponde, alla sollecitazione per dire qualcosa si alza in piedi ed esclama: “Se non ho risposto, è perché la natura stessa si rifiuta di rispondere a una simile accusa lanciata contro una madre! Mi appello a tutte le madri che sono presenti!” in questa occasione viene appoggiata da tutte le donne, il processo si ferma per dieci minuti, ma sarebbe stato inutile anche continuare poiché era già tutto deciso ancora prima si iniziare.

La mattina del 16 ottobre, Maria, vestita di bianco viene accompagnata a piedi alla ghigliottina dopo che le sono stati tagliati i capelli, alle 12,15 avviene la decapitazione, al grido di “Viva la Repubblica!”.
I figli hanno avuto poi una vita sfortunata come la madre.
C’è ancora tantissimo da dire sulla vita di Maria Antonietta, intrighi, amori e amicizie. Una vita attiva e movimentata, se volete vi invito ad informarvi ancora più su questo personaggio, non ve ne pentirete!

LA CURA DI MARIA ANTONIETTA.
“Una scatola di cipria, un piumino di cigno, una scatola di pomata di ferro bianco, una bottiglia d’acqua per i denti” questo era il beauty basilare di Maria.

Maria è bella, ma non una bellezza classica, ha qualcosa in più, un fascino magnetico. Una forte miopia e un leggero strabismo di Venere rendono il suo sguardo dolce e sognate, ha gli occhi azzurri e una fossetta sul mento.
È affetta da scoliosi perciò le spalle sono asimmetriche.
I capelli sono biondi e robusti ma ha una leggera stempiatura sulla fronte.
Dalle descrizioni fisiche viene descritta con un corpo snello ma non scarno, la vita di 58cm e il busto di 109, era alta 1,70cm ed aveva il 36 di piede.
Viso ovale, folte sopracciglia e un naso aquilino, la fronte è alta e non sarebbe tutta questa bellezza sulla carta, eppure chi l’ha incontrata l’ha descritta come una bellezza deliziosa, attraente. Quello che più colpisce è la pelle candida, qualcuno la descrive anche come abbagliante, molto apprezzata nella nobiltà.

Emblematico è il racconto di François Cognel, giovane lorenese che insieme a due suoi amici visitò il Trianon nel 1789, prima che i sovrani fossero condotti a Parigi: “Nel momento in cui stavamo per uscire, ci fu annunciato l’arrivo di Maria Antonietta, e siccome non avevamo il tempo di raggiungere il cancello del giardino, la guida ci fece entrare nella stalla. La regina, che era accompagnata da una dama di Corte, se ne accomiatò e si inoltrò da sola in direzione della latteria.
Indossava una semplice veste di lino, un fazzolettone e una cuffia di merletto: sotto quei modesti abiti, ella pareva ancora più maestosa che nel grande costume in cui l’avevamo vista a Versailles.
Ha un modo di camminare tutto speciale; i suoi passi non si distinguono, scivola, ecco, con impareggiabile grazia; rialza molto fieramente la testa, quando, come in quel momento in cui non la vedevamo, ritiene d’esser sola.
Passò vicinissima al luogo in cui eravamo, e noi avemmo, tutti e tre, come l’impulso di piegare le ginocchia nel momento in cui passava…”

Lei è una donna moto pulita per gli standard dell’epoca, retaggio della sua educazione a Vienna, pretende che le figlie vengano quotidianamente lavate e pettinate, per loro veniva usato l’olio di fiori d’arancio o rosa per profumarle.

Maria inizia la giornata con un una bella acqua Cosmetica di piccione: per produrre si lasciavano macerare in acqua cetrioli, succo di limone, muschio di quercia, cicoria selvatica, gigli e borragine. Si uccidevano 2 piccioni e si aggiungevano al tutto. Il composto doveva riposare con l’aggiunta di zucchero, mollica di pane, vino e Canfora per un ulteriore riposo, poi veniva distillato. Questa acqua aveva un potere sbiancante e rimpolpante sul viso.
Usava anche l’Acqua d’Angelo, così composta: benzoino, quattro once, storace, due once, sandalo citrino, un’oncia, due grossi chiodi di garofano, due o tre petali di Iris di Firenze, mezza buccia di limone, due noci moscate, mezza oncia di cannella, due pinte di acqua di rose, e una pinta di acqua di Melissa; il tutto si metteva in un alambicco ben chiuso e si distillava a bagnomaria.

Dopo le acque, sul viso veniva steso un generoso strato di cerone, seguito da una polvere rosa accesa per le guance. Talvolta applicato anche il khol (kajal) estremamente diluito, dato che gli occhi truccati non erano ben visti nella nobiltà.
Su labbra, ciglia e sopracciglia, per dare lucentezza, vengono sfregati bastoncini con pomata di rosa, garofano e vaniglia.
In quegli anni gli ideatori dei cosmetici erano più propensi a colori e trucchi naturali e non cancerogeni, Maria usa un rossetto a base di carminio (ricavato dalla cocciniglia) misto a talco, olio e gomma adragante. Il rossetto era molto in voga nei ceti alti, le ragazze utilizzavano colori chiari e le signore quelli più scuri.

Un giovane profumiere tenta la fortuna, mandando a Maria un paio di guanti trattati con profumo di garofano rosso, viole, giacinto e muschio, i preferiti dalla regina. Lei apprezza il gesto e gli commissiona profumi per tutta la famiglia e la casa. Le stanze erano sempre ricche di fiori freschi, pot pourri, sacchetti e oli profumati, dato chein particolare amava i fiori d’arancio, la lavanda, la giunchiglia e la violetta. Per se usava semplici profumi come chiodi di garofano o fuori d’arancio o anche profumi complessi formati da vaniglia, muschio, lavanda, gelsomino, giglio, limone, cannella, angelica, chiodi di garofano e coriandolo, tutti profumi naturali, bucolici ed estremamente apprezzati.

Maria dormiva con guanti trattati con cera, olio di rose ed olio di mandorle dolci.

Sul viso venivano applicate le “mosche”: dei piccoli nei di seta oliati di diverse forme e talvolta ornati con diamanti, servivano per coprire le cicatrici del vaiolo, oppure per esaltare l’incarnato bianco. Nel tempo la loro posizione sul viso sarà un vero e proprio linguaggio segreto.

Per i denti la regina ordinava una polvere speciale a base di cenere e oppiacei, oppure una pasta dentifricia a base di mirra, miele e salvia che aveva anche una funzione disinfiammante sulle gengive.
Una curiosita sui denti di Maria: non si sa bene quale difetto avrebbe avuto ma poco prima del matrimonio le è stato messo sui denti la fascia di Fushard, un semi cerchio applicato sui denti con fili d’oro o di fibre naturali che sistemava la dentatura in.. 10 giorni! Certamente saranno stati giorni pieni di dolori! E su Maria ha funzionato perfettamente.

Sulla depilazione non abbiamo notizie ma sappiamo che le dame utilizzavano una ceretta a base di miele e resina.

Il suo bagno è una chicca, da provare!
Aromatizza l’acqua con borragine, lupino e violaciocca oppure semi di lino, radice di altea, mandorle dolci, pinoli e bulbo di giglio; per la detersione ama un sapone esfoliante a base di crusca ed erbe aromatizzato con bergamotto e ambra.
Scrive Madame Campan nelle sue memorie: “La sua modestia era estrema in ogni dettaglio della toeletta intima: faceva il bagno vestita di una lunga veste di flanella abbottonata fino al collo, e mentre le due donne che l’assistevano l’aiutavano ad uscire dalla vasca, esigeva che davanti a lei si tenesse disteso un lenzuolo, tenuto alto, per impedire alle donne di vederla”.

Si racconta che il seno fosse il suo cruccio, di notte mandava una sua dama nelle cucine a preparare uova e cognac, da applicare sul seno per farlo crescere.

I capelli venivano trattati con zafferano, curcuma, rabarbaro e zenzero per accentuare i riflessi biondi, in fondo era una bricciola anche lei. Venivano lavati una volta ogni tre settimane con una miscela segreta, molto probabilmente la stessa usata da Sissi a base di uova e rhum.
Una cosa particolare è che Maria lancia le mode del tempo: il suo parrucchiere personale, Leonard Autié, inventata sempre nuove e sceniche acconciature per Maria: il più famoso è il “pouf”, un’acconciatura alta il doppio della testa della regina, decorato con… tutto! Viene messa al centro della testa una struttura in metallo poi ricoperta con capelli veri, finti e le più svariate decorazioni. La moda del pouf è stata in voga per ben 6 anni nelle corti ed arriva a raggiungere a anche il metro e mezzo di “impalcatura”! L’acconciatura era solitamente a tema, piccoli ritratti in cera, ortaggi, gabbie con uccelli vivi, battaglioni in miniatura per le donne dei soldati o…. Urne crematorie per le signore in lutto.

Le acconciature erano scomodissime e di lunga lavorazione, oltre ad essere veramente costose.
Potevano reggere una settimana e venivano tenute ferme con grasso di orso o midollo di bue, aromatizzate con oli essenziali, ma doveva essere lavato prima che irrancidisse e la testa si riempisse di parassiti. Per non disfare i bigodini prima dell’impalcatura bisognava passare una notte intera su una sedia, in modo da avere bei riccioletti.
Dopo il primo figlio Maria perde molti capelli, perciò il suo parrucchiere ne inventa un’altra, lascia boccoli ad incorniciare il viso e taglia tutto molto corto, un taglio chiamato “à l’enfant” imitata nel giro di poco da tutte le donne, probabilmente felici di aver lasciato i pouf da parte.
È voi quali altre curiosità avete sulla regina Maria Antonietta? Ci sono ancora tantissime cose da scoprire, me lo sento!

Fonti: Wikipedia, Le Hameau de la Reine, La Parigi di Maria Antoniet

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