A cura di Paola Hiluku
CENNI STORICI.
Cleopatra Tea Filopatore, Cleopatra VII o semplicemente Cleopatra è nata nel gennaio del 69 a.C. ad Alessandria d’Egitto, discendente della dinastia dei Tolomei.
Secondo la legge l’egiziano non era una lingua ufficiale, si parlava il greco, ma Cleopatra, che si pone come la reincarnazione della dea Iside, fin da subito studia anche la sua lingua madre, mostrandosi testarda e aperta al popolo, diventando in breve tempo molto amata.
Da bambina si trasferisce a Roma con il padre Tolomeo, per via di problemi politici in Egitto dove nel frattempo sale al trono la moglie di Tolomeo, Cleopatra Trifena (matrigna di Cleopatra) con la sorellastra Bernice IV.
Poco dopo Trifena muore e la figlia Bernice rimane unica sovrana.
Bernice si sposa ma il primo marito viene ucciso, avvelenato, perché non sapeva governare. Prende quindi come secondo marito un sacerdote.
A questo punto Tolomeo chiede aiuto ai romani per essere rimesso sul trono, per questo scopo fu mandato Gabino, per uccidere il sacerdote, riuscendo nell’intento, mentre la figlia Bernice viene condannata a morte da Tolomeo.
Ristabilito l’ordine, Tolomeo e Cleopatra tornano in Egitto, e la famiglia torna al potere, ma le cose si complicano di nuovo alla morte del padre, quando Cleopatra tenta di salire al trono. Il fratello minore infatti, prova a destituirla, e scoppia così una guerra civile, che coinvolge anche la sorella Arsinoe IV, anche lei avente pretese al trono.
Nel frattempo a Roma Pompeo viene sconfitto da Tomaso e va a cercare rifugio, per paura delle ritorsioni di Giulio Cesare, in Egitto. Inizialmente protetto, viene poi assassinato, perché il fratello di Cleopatra vuole ingraziarsi Cesare uccidendo un suo nemico e traditore, ma le cose non vanno secondo i piani.
Quando la testa di Pompeo viene offerta a Cesare questo si infuria: nessun romano poteva essere ucciso senza il suo consenso, tantomeno un senatore, e così l’assassino di Pompeo viene a sua volta giustiziato. Cesare decide di prendere in mano la delicata situazione del paese, e convoca Cleopatra e il fratello a Roma.
Cleopatra, ha paura di cadere vittima di un agguato del fratello durante il viaggio, quindi studia una strategia: si fa avvolgere in un tappeto, che viene considerato un dono per Cesare e arriva fino nelle sue stanze: una volta srotolato, ne esce fuori una sensualissima Cleopatra, adornata di gioielli e abiti lussuosi e succinti, che supplica la protezione a Cesare. I due si uniscono in amore la notte stessa.
Intanto, Tolomeo e Arsinoe si alleano e creano un esercito che va a scontarsi con quello di Cleopatra e Cesare.
La novella coppia è sul punto di perdere ma con il soccorso delle truppe di Pergamo hanno la meglio alla fine, dopo innumerevoli morti e danni alla città, si conclude il tutto con Cleopatra unica sovrana d’Egitto.
Dalla relazione di Cesare e Cleopatra nasce Tolomeo Cesare, politicamente utile ad entrambi.
A questo punto Cleopatra riparte per Roma con il figlio, e resta lì fino alla morte di Cesare.
Ben presto a Roma si innamora di Marco Antonio, al quale si unisce dandogli due figli: Cleopatra Selene e Alessandro Helios.
Dopo quattro anni Antonio e Cleopatra si sposano (anche se lui era legato ad un’altra, Ottavia, sorella di Ottaviano) e danno alla luce un altro figlio, Tolomeo Filadelfia. A questo punto Cleopatra viene nominata “regina del re” reggente d’Egitto con figlio Cesarione, mentre gli altri tre figli vengono nominati a loro volta re di altri stati.
Antonio e Cleopatra volevano espandere l’Impero ad Oriente, ma Ottaviano dichiara guerra ai due.
La guerra viene persa da Cleopatra e la coppia fugge, con molte difficoltà, rifugiandosi ad Alessandria.
Poco dopo Antonio si toglie la vita, per non dover essere sottoposto a tortura e Cleopatra, narra la leggenda, fa lo stesso col morso di un aspide.
Sulla sua morte ci sono tante teorie: mix di veleni, morsi di serpenti, ma il suicidio rimane una certezza.
I RITUALI DI BELLEZZA.
Il popolo egizio era decisamente all’avanguardia, era organizzato, pulito e una cosa che mi ha veramente colpita è stata una frase letta dal libro “la donna nell’antico Egitto” di Tosi: “La donna egiziana godeva di privilegi e di uno stato sociale di parità con l’uomo, svolgendo una funzione sociale a tutti i livelli della società come regina o “adoratrice di Amon”, ma anche come lavoratrice, prèfica, operaia o più semplicemente signora della casa, cioè moglie”.
L’igiene e la pulizia erano importantissimi e alla base della vita quotidiana del popolo, sia dei ranghi più bassi e man mano più frequente ed elaborata per i ranghi più alti.
La pulizia del corpo era spesso legata alla pulizia dell’anima da un punto di vista religioso, perciò profondamente radicata nella vita di tutti. Gli antichi egizi preferivano essere puliti piuttosto che belli, indossavano sempre abiti di lino freschi di bucato, dice Erodo.
Ci sono testimonianze storiche che descrivono un’accurata e veramente scrupolosa routine di igiene, paragonabile ai nostri tempi, ma con i loro mezzi.
Il lavaggio del corpo era quotidiano, già dal mattino si sciacquava la bocca con una mistura di acqua e bicarbonato, per poi seguire con il lavaggio del corpo, rigorosamente con acqua corrente e non stagnante per evitare infestazioni di parassiti. Non esistevano i saponi perciò la pelle veniva nutrita e profumata con oli, unguenti, resine e grassi. Persino prima dei pasti venivano sempre lavate le mani.
La cura delle unghie e dei capelli rientrava nella routine quotidiana.
Sia nelle case dei lavoratori che in quelle dei nobili si potevano trovare dei bagni, e nelle classi più nobili c’erano addetti che si occupavano quotidianamente dell’igiene dei loro padroni, ad esempio di mani e piedi, con l’utilizzo di piccole strisce di ardesia per i calli.
Avevano anche specchi, pensate, grandi dischi di rame perfettamente levigati, su cui poter ammirare la propria immagine.
Il faraone eseguiva quotidianamente il rituale del lavaggio: veniva immerso in acqua, cosparso con incenso e gli veniva offerto da masticare il natron, una miscela di bicarbonato, uva e miele per rinfrescare l’alito.
Le essenze profumate erano importantissime, venivano distribuite e razionate per tutto il popolo e, naturalmente, più il ceto era alto e più le essenze raffinate. Ogni giorno venivano massaggiate sul corpo, avendo anche scopo curativo, come una specie di aroma terapia.
Chissà che penserebbero di noi gli antichi egizi se salissero sulla metro nell’ora di punta?
I colori utilizzati per i trucchi erano due: verde, ricavato dalla malachite, e il nero dalla galena, mescolato con resina, grassi ed olii. È ciò che oggi viene chiamato khol o kajal, che rendeva lo sguardo magnetico, ma aveva anche una funzione antibatterica, e per questo motivo veniva utilizzato anche sui bambini.
Si utilizzavano miscele a base di bicarbonato, miele, alabastro, grassi e oli per mantenere la pelle morbida e solo alabastro, bicarbonato e miele per schiarire la pelle mentre per combattere le rughe si applicava cera d’api miscelata con incenso, olio di oliva e latte.
Per truccare labbra e corpo si usava ocra rossa addizionata di resine e grassi mentre per colorare unghie e capelli usavano l’henné, proprio come facciamo noi!
La depilazione era importantissima, una bella pelle liscia era seducente e segno di purezza, uomini e donne erano sempre perfettamente depilati, gli unici peli apprezzati erano i capelli; per lo scopo si usavano rasoi e un attrezzo simile alle pinzette, oppure veniva massaggiato e tirato con un composto di resina che, come la normale ceretta, strappa i peli. Ci sono anche informazioni riguardo gusci di noci arroventate, ma non è chiaro il procedimento.
Per lenire la pelle veniva usato un unguento composto da ossa di uccelli bollite, succo di sicomoro, cetriolo, gomma arabica e… feci di mosche. Chissà dove le reperivano?
Le donne, soprattutto, sfoggiavano tatuaggi, gradevoli esteticamente e di grande significato simbolico.
I CAPELLI E LE CURE DI CLEOPATRA
Partiamo dall’infanzia: i bambini tenevano una lunga ciocca di capelli sul lato destro, sempre intrecciata, mentre il resto dei capelli veniva rasato. Questa treccia, all’età di 10 anni, con il passaggio alla vita adulta, non veniva più fatta.
In età adulta i capelli degli uomini erano corti o medi e quelli delle donne lunghi, ma era comune l’uso delle parrucche, anche per una questione igienica e per evitare i pidocchi. Erano realizzate con capelli veri ed intrecciate secondo le mode dei tempi. Potevano essere decorate con ghirlande di fiori, coroncine o reti dorate.
Era d’uso colorare i capelli con l’henné, come dimostrano delle mummie ritrovate.
Ragazze, l’henné è per sempre, nei secoli dei secoli.
Venivano curati con pazienza, ammorbiditi con balsami preziosi, si favoriva la crescita con l’uso dell’henné, polvere di cartamo e olio di serpente mentre per fissare i ricci si usava cera d’api e gomma arabica.
Per rigenerare i capelli veniva usato il fieno greco addizionato di grasso di leone, mentre per curare l’ingrigimento invece si usava sangue di mucca nera bollito in olio, grasso di serpenti neri e uova di corvo.
Solo al faraone era concesso avere una barba, ma posticcia! Gli altri uomini dovevano essere tutti rasati.
Cleopatra veniva descritta in molti modi, come una donna bellissima oppure comunque una donna carina, una cosa è certa: aveva fascino. Un fascino dato dall’intelligenza e dal potere. In più la cura del corpo radicata nella sua cultura la rendeva particolare ed esotica.
Vi racconto per prima cosa un fatto che mi ha sconvolta: Cleopatra era decolorata. Ebbene si. Le sue origini greche le avevano dato capelli abbastanza chiari, si dice rossi o castano chiaro, ma non biondi come li desiderava lei, perciò stendeva i suoi capelli al sole, li faceva cospargere di sale e li bagnava, ripetendo tutto finché i suoi capelli si fossero schiariti. E seccati.
La nostra Cleopatra è famosa per il bagno in latte d’asina, con miele. La leggenda narra che ci volessero ben 700 asine per uno solo dei suoi bagni, non meno di 4 volte al giorno.
La sua pelle aveva un profumo incantevole grazie alla fragranza di rosa che usava.
Successivamente massaggiava sul corpo grasso di coccodrillo, serpente, ippopotamo, toro, oca e miele.
Faceva largo uso dell’aloe, la pianta della giovinezza, dato che ne cresceva di eccelsa qualità sulle sponde del Nilo, le cui proprietà conosciamo ancora oggi, come conosciamo anche la polvere di perla di cui era venuta a conoscenza dai rituali orientali e di cui faceva un costante uso.
Uno dei suoi segreti di bellezza per il viso era quello di dormire con applicata una maschera d’oro, le proprietà dell’oro sono molteplici ed anche questa tecnica viene usata oggi nei trattamenti di lusso, o una a base di uva e miele.
Per esfoliare la pelle utilizzava il sale del mar morto, che rende la pelle tonica e compatta, mentre per renderla tonica faceva largo uso dell’acqua di rose.
Per la pulizia profonda del viso utilizzava, l’argilla bianca, come maschera viso, oppure una composta da feci di coccodrillo, latte e petali di rosa.
I suoi capelli venivano curati con le uova, mescolate con acqua. Se non vi siete ancora decise a fare il lavaggio con le uova sarebbe ora, dopo due regine che le usavano!
Massaggiava oli e grassi per tenere i capelli morbidi e nutriti. Sembra che per dare una pompatina al viso usasse un siero a base di veleno di serpente o veleno d’api, effetto botox. Insomma, molte delle cose che usava le usiamo anche noi, si svegliava, lavava il corpo, si truccava e si profumava.
Non so se sia stata l’immensa leggenda sulla sua vita, la sua storia intrigante, i suoi amori passionali ma lei è LA donna per eccellenza.
Viene presa come esempio ancora oggi per i suoi trattamenti, molte delle cose che faceva lei le facciamo anche noi.
Che sia la madre del bio, senza volerlo?
Probabilmente per i suoi trascorsi la cosmesi si è concentrata anche su di lei, riproponendo i suoi prodotti e i suoi trattamenti a tutte, ed è incredibile come il suo nome venga citato nella maggior parte di articoli che parlano di bellezza, come se il suo nome fosse una garanzia. Dopo più di 2000 anni ancora la sua immagine è forte, sensuale, audace, imponente.
Certamente immortale.