OIL PULLING – pratica ayurvedica per il benessere del cavo orale –

Stamattina, come di consueto, mi accingevo ad effettuare l’oil pulling, una antica pratica ayurvedica di pulizia del cavo orale, ed ho realizzato che nonostante nel nostro gruppo facebook se ne parli ormai da anni, non avevo ancora scritto un articolo a riguardo.
In tante chiedono cosa sia, in particolare le novelline; eccomi quì a dissipare (spero) ogni dubbio a riguardo.

L’AYURVEDA E L’OIL PULLING

 Quella ayurvedica è la più antica forma di medicina tradizionale alternativa. Trova le sue radici in India millenni orsono: i primi documenti scritti risalgono al 450 a.C ma con molta probabilità veniva già verbalmente tramandata molto tempo prima; nel corso dei secoli si è largamente diffusa in Oriente ed in gran parte del mondo, tanto da essere annoverata anche dall’Unione Europea come medicina non convenzionale.
Il termine Ayurveda deriva dal sanscrito AYUS (longevità) e VEDA (conoscenza rivelata) e consiste in un sistema medico/filosofico che vede la salute e la malattia come processi a cui partecipano mente, corpo e spirito. Lo scopo ultimo dell’ayurveda è migliorare la qualità della vita preservando il benessere psico-fisico dei soggetti attraverso una serie di pratiche atte a prevenire e curare le malattie e che prevedono l’utilizzo di composti fitoterapici, erbe polverizzate, minerali ed oli vegetali, il tutto unito  a massaggi, meditazione, alimentazione equilibrata ed attività fisica  (principalmente alimentazione vegetariana/vegana e lo yoga).

L’oil pulling è una di queste pratiche e consiste nell’effettuare intensi e prolungati risciacqui del cavo orale con l’ausilio di oli vegetali naturali e puri al 100% a scopo antisettico e disintossicante, per preservare la salute di denti, gengive e mucose orali.
Menzionato per la prima volta nel testo Charaka Samhita, il più antico ed autorevole trattato enciclopedico sulla medicina ayurvedica, con il nome di kavala gandoosha o kavala graha, all’oil pulling è tutt’ora attribuito il potere di contrastare e curare quasi 30 malattie tra quelle del cavo orale e quelle sistemiche.

Il nostro cavo orale è  un rinomato covo di batteri e tossine: quotidianamente è a contatto con  sostanze di varia natura: aria, residui di cibo, bevande più o meno zuccherine, fumo di sigaretta… a questo si aggiunge che il nostro corpo è fisiologicamente predisposto a disintossicarsi spingendo, in particolare durante la notte,  tossine e scarti metabolici verso le zone che comunicano con l’esterno, come appunto la bocca.
Ne consegue che questi microrganismi ed il loro scarti si depositano sulla superficie della nostra lingua, delle mucose e fra i denti, dove inevitabilmente proliferano generando patologie e disturbi come placca, carie, gengiviti, alitosi, vesciche, ingiallimento dei denti.
La riflessologia inoltre vuole che ogni dente sia associato ad un particolare organo interno; tossine e soprattutto batteri nocivi si annidano negli spazi dentali raggiungendo il colletto e la radice dove trovano l’habitat ideale per proliferare. Proliferazione e  scarti metabolici dei batteri determinano infiammazioni e lesioni odontoiatriche che, secondo la riflessologia, si traducono in effetti negativi anche per gli organi associati.

La pratica dell’oil pulling si basa sulla capacità degli oli di catturare batteri nocivi e tossine presenti nel cavo orale, intrappolarli nella sua struttura ed espellerli sotto forma di un’emulsione di saliva, grassi e sostanze organiche ed inorganiche di rifiuto. Il movimento dell’olio all’interno della bocca inoltre risulta benefico per le gengive e per la circolazione locale.
Praticare l’oil pulling quotidianamente garantisce una continua pulizia profonda della bocca che si traduce in denti più forti e bianchi, gengive sane, alito fresco, prevenzione della placca.
Tra i benefici documentati dalla medicina ayurvedica, pare che questa pratica curi eczemi ed acnesinusiti ed emicranie oltre ad agire positivamente su polmoni, fegato e reni.
A dirla tutta, pare che da questa pulizia orale sia tutto il corpo a guadagnarci: sono menzionati anche effetti benefici sull’artrite reumatoide, malattie del cuore e del sangue, trombosi, allergie, diabete, squilibri ormonali e malattie neurologiche.
Personalmente resto scettica a riguardo e mi limiterò in seguito a descrivere  la pratica ed i benefici odontoiatrici effettivamente riscontrati. Lascerò al lettore la valutazione di ulteriori vantaggi.

COME EFFETTUARE UN CORRETTO OIL PULLING

L’oil pulling è una pratica semplicissima ed economica che può essere effettuata da tutti senza rischi per la salute.  Per eseguirla correttamente avrete bisogno di:

  • UN OLIO VEGETALE PURO; potete utilizzare qualunque tipo di olio, ma i migliori sono senz’altro tre: l’olio di sesamo (che pare abbia un effetto paragonabile a quello del collutorio a base di clorexidina); olio di girasole oppure olio di cocco. Volendo, potete alternarli per beneficiare delle proprietà di ciascuno.
  • UN CUCCHIAIO
  • UN NETTALINGUA AYURVEDICO (in acciaio inox o in rame), in alternativa va benissimo il bordo del cucchiaio di cui sopra.

Per beneficiare appieno dell’oil pulling è preferibile praticarlo al mattino appena svegli, ma potete farlo in qualunque momento della giornata (basta che sia lontano dalla digestione e quindi dall’ultimo pasto effettuato) e fino a 3 volte al giorno.
Ecco i passaggi da seguire

  1. Sciacquare energicamente la bocca con acqua tiepida ed utilizzare un nettalingua per liberare la cavità orale dal grosso dei depositi
  2. Prelevare un cucchiaio pieno di olio e portarlo all’interno della bocca.
  3. Effettuare i movimenti di sciacquo più o meno energici come fareste con un comune collutorio, ma per un intervallo di tempo di 15/20 minuti. Muovete l’olio da un lato all’altro della bocca, facendolo entrare in contatto con gengive, denti, lingua e mucose. Durante l’oil pulling, la viscosità dell’olio diminuirà sempre più gradualmente emulsionandosi con la saliva.
  4. Trascorsi i 15/20 minuti, dovrete espellere il vostro olio che sarà diventato un fluido biancastro ricco di tossine e batteri.
    DOVE GETTARLO?
    Diversamente da quanto potete erroneamente leggere sul web, l’olio NON VA VERSATO NEL WC. Questa azione è assolutamente antiecologica: L’olio può inquinare, può compromettere il funzionamento dei depuratori e la potabilità dell’acqua. L’olio usato andrebbe alloggiato nel recipiente di raccolta dei vostri oli esausti. Diversamente, visto che parliamo di un quantitativo minimo, può bastare versarlo in un tovagliolino di carta da gettare poi nell’umido
  5. Sciacquate la bocca con acqua tiepida e LAVATE I DENTI: L’oil pulling, infatti, non sostituisce la pulizia tradizionale con spazzolino, dentifricio e filo interdentale.

ESPERIENZA PERSONALE E CONSIGLI

Da alcuni mesi a questa parte, l’oil pulling è la prima cosa che faccio al mattino. Personalmente amo l’olio di cocco e mi piace utilizzarlo per questo scopo. Il sapore di cocco è anche molto piacevole, quindi la sensazione di disagio che può inizialmente scaturire in chi non è abituato credo che possa essere tranquillamente superata dal piacevole gusto dell’olio.
Ho riscontrato da subito dei grossi benefici. Praticandolo quotidinamente, dopo alcuni giorni ho avvertito che la bocca risultava pulita e fresca a lungo, i denti erano più bianchi e le gengive più forti e sane: spesso mi sanguinavano le gengive mentre spazzolavo i denti; da quando pratico l’oil pulling non mi succede più.
E’ capitato di dover interrompere la pratica ed il mio cavo orale ne ha risentito. Per appurarne i benefici, vi sfido a mettere in pratica questo rimedio ayurvedico dopo aver cenato pesante:  il saporaccio che vi ritrovate in bocca appena svegli svanirà immediatamente dopo uno sciacquo con olio.

Scegliete oli vegetali puri e biologici, estratti a freddo e soprattutto di qualità. L’olio di sesamo o di cocco comprato al negozio asiatico sotto casa per pochi euro non darà gli stessi effetti di un olio puro di agricoltura biologica, vergine, non trattato, nonostante siano entrambi di grado alimentare.
Non lo dico per farvi spendere di più; lo dico perchè l’ho provato sulla mia pelle (o forse è più corretto dire “nella mia bocca”) un olio di cocco raffinato (si riconosce dal fatto di non avere odore nè sapore) non ha praticamente effetto rispetto all’olio di cocco vergine estratto a freddo e non trattato. Lo stesso vale per l’olio di girasole e di sesamo.

L’olio in bocca si carica di sostanze di rifiuto e tossine. Fate attenzione a non ingerirlo (non succede nulla di grave, ma certamente evitate) ed a non tenerlo troppo a lungo per evitare che le tossine possano nuovamente depositarsi.
Leggo spesso di ragazze che non fanno l’oil pulling perchè “non hanno tempo”. Mentre faccio l’oil pulling non sto certamente stesa sul divano. I venti minuti li impiego per lavarmi, vestirmi, sistemare il letto, preparare la colazione, leggere i post sul gruppo. Il tempo passa e, anzi, tenersi impegnati mentre l’olio fa il suo dovere aiuta a non farci troppo caso.

Vi ricordo che l’ayurveda non sostituisce la medicina tradizionale: con credete di poter contrastare malattie serie con un pò di olio in bocca. Come sempre, tutto quello che si può fare per il proprio benessere è bene accetto, ma con intelligenza.
Così come vi ricordo che se avete una scarsa igiene orale, fumate, mangiate e bevete male… non riscontrerete gli stessi benefici di chi segue uno stile di vita sano.

Conoscete l’oil pulling? Raccontatemi la vostra esperienza!

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